L’ INCI (International Nomenclature of Cosmetic Ingredients) è una denominazione universale obbligatoria posta sulla confezione dei cosmetici ed indica i vari ingredienti di cui essi sono composti.
L’ordine degli ingredienti è in base alla loro concentrazione ed è decrescente, al primo posto è indicato l’ingrediente presente in percentuale più alta, all’ultimo posto quello in percentuale più bassa.
I termini riferiti a nomi di farmacia e botanica sono quasi sempre scritti in latino, mentre gli altri in inglese.
I coloranti sono numerati secondo il Colour Index (tranne i coloranti per capelli, che devono avere il nome chimico inglese).
L’INCI è un importante punto di riferimento e tutela del consumatore.
Permette inoltre a chi è allergico a determinati prodotti di identificare facilmente la presenza delle sostanze da evitare.
Prodotti da evitare fatti con ingredienti nocivi
- Alcohol (isopropyl)
Solvente, è una sostanza derivata dal petrolio ed utilizzata come antigelo o come solvente. E’ possibile trovarla in tinture per capelli, creme per le mani, profumi e in altri cosmetici.
- Antiossidanti chimici
Cancerogene, nocive, possono provocare allergie: BHT, BHA.
- C con numeri dispari
La presenza di numeri negli INCI, nella maggior parte dei casi, fa riferimento ad elementi poco chiari, sintetici e/o tossici.
Sono sostanze sintetiche, tensioattivi, emulsionanti e solventi. Bisogna controllare sempre se dopo la C vi sia un numero dispari: tossici, allergizzanti, non biodegradabili. In questa categoria troviamo SLS (Sodio lauril solfato) ed SLES (Sodio Laureth Solfato), tensioattivi con numero dispari (Es. C13-15).
- Coloranti
Contengono sostanze tossiche quali benzene, naftalene, fenolo, xilene, creosolo, molti dei quali con potenziale attività carcinogenica: irritazione della pelle, reazioni allergiche, dermatiti da contatto. Possono inoltre causare tumori in animali da laboratorio.
- Composti organici alogenati Allergenici e mutageni.
INCI: componente ‘cloro’ o ‘bromo’, ad esempio clorfenesina.
- DEA (diethanolamine), MEA (monoethanolamine), TEA (triethanofamine), MIPA (isopropylamine)
Queste diciture si trovano solitamente in compagnia del composto, spesso tensioattivo, neutralizzato (Es. Cocamide MEA, Lauramide DEA). In presenza di agenti nitrosanti (nitrati, nitriti, ossido di azoto), può rilasciare formaldeide e creare le nitrosoammine, molto pericolose per la loro attività cancerogena e inquinante.
- DMDM hydantoin, Imidazolidinyl urea (imidurea), diazolidinyl urea, formaldheyde, methylchloroisothiazolinone, methylisothiazolinone, sodium hydroxymethylglycinate, Chlorexidine
Sono conservanti che rilasciano formaldeide, sostanza potenzialmente cancerogena nota anche con il nome commerciale formalina. Questa sostanza può irritare l’apparato respiratorio, causare reazioni alla pelle e/o innescare palpitazioni cardiache. Può essere anche responsabile di dolori articolari, emicranie, dolori al petto, infezioni alle orecchie, fatica cronaca, capogiri, perdita del sonno, depressione, allergie, asma ed infine può aggravare tosse e raffreddori. Ingredienti che rilasciano formaldeide si trovano in molti prodotti per la cura di pelle, corpo e capelli, antitraspiranti e lacca per unghie.Provocano allergie, modificano le proteine e il patrimonio genetico, cancerogeni, INCI: imidazolidinil-urea, diazolidinil-urea, bronopol, 2-bromo, 3-diol, bronidox, 5-bromo-5-nitro-1,3-diossano, DMDM idantoina
- EDTA (Acido etilendiamminotetracetico)
Questa sostanza, sintetizzata partendo da elementi poco carini come l’etilendiammina, la formaldeide ed cianuro di sodio, è utilizzata per migliorare l’azione dei tensioattivi (diminuisce la durezza delle acque) e come coadiuvante di altri additivi battericidi. E’ una sostanza altamente inquinante, è un solubilizzante dei metalli e ciò comporta che una volta raggiunto i depositi marini immobilizza i metalli pesanti, lasciandoli così alla mercé dei pesci che ovviamente lo assimilano nelle carni. Negli INCI lo possiamo trovare nel finale di alcuni agenti sequestranti (Es. Tetrasodium EDTA, Calcium Disodium EDTA).
- Essenze odorose
Sono problematiche, si accumulano nel corpo, cancerogene, INCI: fragranza, profumo.
- Metilparaben, propilparaben
La cosmesi industriale deve garantire una conservazione di almeno 2 anni e mezzo e necessita quindi di conservanti molto potenti che esercitano un potere germicida anche sulla pelle, distruggendo purtroppo anche la normale e sana flora batterica naturale che protegge la nostra pelle, aumentandone così la sensibilità e il rischio di reazioni allergiche ed infezioni.
- Nonoxynol (nonilfenoli)
Si tratta di una molecola tossica, in grado di interferire con il sistema ormonale (sia nostro che degli organismi acquatici), bandita dai cosmetici venduti nei paesi dell’Unione Europea.
- PEG (Polietylenglicole o glicole polietilenico ), PPG (Polipropilenglicole o Glicol polipropilenico), Glicol
Si tratta di derivati petroliferi, che contengono impurità residue del processo di etossilazione, ragione per cui sono certe tracce di diossano e/o ossido di etilene (certamente cancerogene). Negli INCI lo troveremo combinato a numeri ed anche a nomi latini e/o inglese, questo perché a differenza dei petrolati PEG e PPG vengono legati con una base, come ad esempio un olio vegetale (Es. PEG-20 Oleate). Il numero associato al PEG o al PPG indica quanti moli di moli di ossido di etilene sono “attaccati” ad ogni mole della base, questo valore ci segnala quanti residui ci sono: motivo per cui è meglio un numero basso che alto. Non è raro trovare la radice Glicol o Glycol, solvente petrolifero, anche in questo caso bisogna fare attenzione.
- Petrolati: Petrolatum, Paraffinum liquidum, Vaselina, Mineral Oil
Tanti nomi diversi, ma stesse sostanze di derivazione petrolifera e scarti che vengono utilizzati in cosmesi. Sono che derivati del petrolio proprio come la benzina, le paraffine, usate perchè poco costose ed essendo sostanze ‘morte’ durano molto; si legano al sebo della pelle producendo una sostanza dannosa per la stessa, provocano stasi termica, allergie e sono nocive per l’ambiente, INCI: liquido di paraffina, vasellina, olio minerale, cera microcristallina, petrolato, ceresina, ecc.)
- Polimeri: Carbomer, Crosspolymer, Acrylate(s), Styrene (stirene, stirolo, vinilbenzene), Copolymer (copolimero), Nylon
Sono polimeri sintetici addensanti, di derivazione petrolifera. Non esistono classificazioni specifiche che parlino di agenti cancerogeni certi, ma sul tema ambientale è certa la loro non biodegradabilità.
Il Carbomer è usato in cosmesi come addensante, non è nocivo per la pelle, ma potrebbe creare intolleranze o sensibilizzazioni. Il Crosspolymer è una radice che viene usata per indicare polimeri diversi dal Carbomer.
L’Acrylate(s) è il composto dell’acido acrilico, che viene prodotto prevalentemente dal propilene, un gas ottenuto come sottoprodotto della lavorazione nelle raffinerie petrolifere. E’ una sostanza molto reattiva sia da sola che in compagnia di altri composti come lo stirene, che generano polimeri utilizzati nell’industria per preparare plastiche, adesivi, vernici e via dicendo. Come potrete ben immaginare non è nulla di buono.
Lo Styrene è una sostanza sintetica, anzi, trattasi di plastica liquida. La sua funzione è quella di sbiancare il prodotto, nulla più. Oltre a non essere biodegradabili è sospettato come possibile agente cancerogeno.
Il Copolymer si trova accompagnato ad altre diciture ed indica tutte quelle macromolecole, costruite con catene polimeriche contenenti due o più tipi di monomeri. Tutte queste sostanze seguite da Copolymer, sono totalmente sintetiche e per nulla biodegradabili. Sul nylon, fibra sintetica molto utilizzata e famosa per via delle calze, non c’è molto da dire, tranne che si ritrova negli INCI solitamente accompagnato da numeri.
- Poloxamer
E’ un polimero simmetrico a blocchi impiegato come emulsionante, solubilizzante, condizionante e tensioattivo. E’ una sostanza sintetica, dannosa per la salute, nello specifico per il sistema immunitario, mentre alcuni studi sugli animali hanno mostrato che in alti dosaggi possono esserci effetti negativi sul cervello e/o sistema nervoso.
Secondo studi della Toxicant and Disease Database, la sostanza può causare tossicità al sistema respiratorio ed immunitario, colpendo anche i polmoni manifestandosi con disturbi asmatici e reazioni allergiche. La Cosmetic Ingredient Review Assessments assicura che non vi sono pericoli nell’uso del poloxamer nei cosmetici, ma ammettono che il quadro è in completo, mancano dati e le analisi sono state condotte su un surrogato e non sulla sostanza vera e propria. La RTECS sostiene che possa causare problemi gastrointestinali ed influire sul sistema nervoso e sul cervello, con forme di sonnolenza e lieve depressione. La forma gassosa è quella che parrebbe essere più tossica per la salute umana, c’è comunque da dire che questa sostanza può contenere impurità dannose sia per i consumatori dei prodotti cosmetici, che per l’ambiente stesso in quanto di derivazione sintetica e per niente biodegradabile.
Sui siti italiani sensibili al problema, questa sostanza viene bollata come agente allergenico, oltre che responsabile di sterilità e probabile mutagene.
-Siliconi: -one, -thicone, -siloxane
E’ un olio ottenuto con processi inquinanti, è molto utilizzato nella cosmesi moderna per via di diversi vantaggi ed effetti che hanno sulla pelle.
E’ difficile fare una lista precisa delle sostanze siliconiche, quindi dovremo andare alla ricerca delle finali di queste nomenclature per capire se si tratti di un silicone o meno. Dietro a tutte queste sostanze si nascondono caratteristiche anche completamente diverse, ragion per cui spetta a voi evitarli totalmente od accettare qualche compromesso. Non ha alcuna funzione idratante, anzi, moltre persone riscontrano il problema inverso anche se spesso per accorgersene bisogna sospendere l’utilizzo del prodotto. La disidratazione è dovuta all’elevato potere solvente del silicone, una caratteristica che non danneggia solo la pelle ma denatura i principi attivi vegetali che magari erano presenti nella formula dichiarata nell’INCI.
Studi comprovati, riguardanti il loro utilizzo a lungo termine su pelle, non ve ne sono.
-SLS (Sodio lauril solfato)
Tensioattivo molto aggressivo, al punto tale da essere impiegato per detergenti per la pulizia di pavimenti, garage, auto, motori. Lo troviamo anche nella cosmesi, in dentifrici, balsami per capelli e shampoo e tutti quei prodotti che creano tanta schiuma. Abbastanza famoso a causa di una specie di scandalo, e-mail e siti ne hanno condannato l’uso denunciando la loro presunta ed alta tossicità. A seguito di esami approfonditi, non vi sono dati certi per condannarlo così duramente, alcuni sostengono addirittura che debba essere utilizzati (con moderazione e nelle giuste formule) anche per questioni ecologiche.
- Triclosan
E’ una sostanza chimica antibatterica, registrata come pesticida. La sua struttura molecolare e la formula chimica ricordano la diossina, e non è un caso se la creazione di triclosan, possa proprio produrre questa pericolosissima e tossica, anzi, una delle più tossiche esistenti, sostanza. Per questo motivo il triclosan è stato inserito tra le sostanze chimiche sospetto agente cancerogeno. Può provocare irritazioni alla pelle, sudori freddi, collasso circolatori, convulsioni, coma e addirittura la morte. Viene accumulato nei grassi corporei, ad alti livelli ciò comporta un danneggiamento di organi come fegato e polmoni, può portare alla paralisi, sterilità o diminuzione della fertilità o delle funzioni sessuali, alla soppressione del sistema immunitario, emorragie al cervello, problemi cardiaci e coma. Considerando che utilizziamo queste sostanze giornalmente, si tratta di un avvelenamento lento che si protrae nel tempo. Come se ciò non bastasse, oltre ad accumularsi nel corpo, si può ritrovare nel latte materno. Sarà ovvio anche a voi, ma è meglio specificare che a questa sostanza hanno assegnato un alto indice di rischio per la salute umana e l’ambiente.
- Trimonium e dimonium
trattasi di sostanze solitamente impiegati come antistatici (soprattutto per la detergenza dei capelli). Sono segnalati per la loro acuta tossicità ittica e la scarsa biodegradabilità.
immagine greenme.it
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