Selvagge giungle sconfinate, ricche piane coltivate e bianche spiagge bagnate da acque trasparenti.
Sono una giornalista enogastronomica e sono approdata in Thailandia, il “paese del sorriso” e dei forti contrasti paesaggistici e culturali. Questo itinerario dei sapori e dei profumi mi porterà alla scoperta dei mille volti dello Zenzero, rizoma carnoso di una meravigliosa pianta erbacea della famiglia delle zingiberacee.
Fiori gialli, macchie color porpora e radici dal delizioso aroma speziato che racchiudono sostanze nutritive notevoli, ad azione antinfiammatoria e depurativa; nodi scuri lungo la superficie, buccia beige, polpa dorata fibrosa e forma irregolare che ricorda quella del corno di un cervo.
I thailandesi adoperano questo tesoro in medicina da secoli, per la cura di dolori muscolari e circolatori, e la sua eco è giunta fino in Europa, ad opera dei mercanti arabi che controllavano il commercio delle spezie.
Alla stessa famiglia dello zenzero appartiene anche la Galanga (loro la chiamano “Kah”), con gusto e proprietà simili, ma sapore meno pungente.
Il mio vagabondare mi condurrà tra catene montuose avvolte da floride ed intricate foreste pluviali, lunghe distese di risaie e frutteti alimentati dall’aiuto di bufali ed elefanti, attraverso una varietà di climi, vegetazione e stili di vita:
la caotica capitale Bangkok, la florida Chiang Mai, le incontaminate spiagge di Phuket.
BANGKOK E LE VIE DEI MERCATI GALLEGGIANTI
Sapori speziati ed aromi intensi sono la ricchezza della cucina thailandese e nella caotica Bangkok si respirano tutti.
Non faccio in tempo a riprendermi dal jet lag che già, come una scimmia curiosa, mi metto ad annusare tutte le leccornie che mi si presentano dinnanzi.
Che mi fermi a mangiare in ristoranti di lusso o mi gusti lo Street Food locale ad ogni ora del giorno, l’arte culinaria di questa terra mi lascia senza fiato.
Dovunque mi diriga non posso fare a meno di apprezzare la popolazione sorridente, amichevole e sempre disponibile e i deliziosi mercati, la cui copiosità di prodotti, il tripudio di colori, l’intensità dei profumi, farebbero invidia a qualsiasi italiano.
Ogni zona ha i suoi mercati, quelli diurni in cui campeggiano intricati labirinti di bancarelle con prodotti di prima necessità e quelli notturni che propongono lo Street Food da addentare lungo il cammino e i piatti tradizionali da gustare nei rustici tavolini adiacenti messi a disposizione: una sorta di Sagra semplice e tradizionale che dura tutto l’anno.
I tavolacci di legno allestiti “alla bene e meglio” al mattino offrono frittelle, pasticcini speziati al miele e sesamo e frutta da mangiare per strada in sacchetti di plastica con ghiaccio per tenerla bella fresca.
A pranzo l’odore di zuppe saporitissime e grigliate di pesce e carne invade le narici e bisogna per forza fermarsi per gustare qualcosa. Mi riempiono una ciotola con del Pad Thai di pollo.
È uno dei piatti più comuni di questa terra e capisco il perché: è davvero gustoso e profumato.
Per me che amo rovistare tra vettovaglie e chincaglierie in cerca del vero Zenzero e di altri prodotti tipici del luogo, visitare i curiosi ed insoliti Mercati Galleggianti è una grande sorpresa: veri e propri mercati attraversabili via fiume per mezzo delle tipiche imbarcazioni thailandesi dalla lunga coda, Tail Boat, in cui le varie bancarelle, rudimentali barchette a remi sull’acqua, espongono prodotti orto-frutticoli e spezie in gran quantità: un’esperienza indimenticabile e culturalmente importante per avvicinarmi alla vita ed alle vere tradizioni thailandesi.
Il motivo di tale consuetudine è da attribuirsi alla grande ricchezza di corsi d’acqua che ha sempre facilitato gli scambi commerciali in una regione, il Siam, in cui gli attuali mezzi di locomozione sono arrivati molto tardi.
Bangkok, capitale dai profondi divarii tra Antico e Moderno, ne ospita davvero tanti.
A 20 km dal centro scorgo il Ban Nam Phueng, uno dei mercati in cui la tradizione è più radicata, infatti, appena arrivata, al suo interno trovo, con mio sommo stupore misto a disgusto, uno stand che espone strane leccornie desuete per il mondo occidentale, tra cui campeggiano insetti caramellati, confetture di formiche, bruchi, api, cavallette e larve ben dorati e insaporiti di salsa di soia.
Dopo vari tentennamenti assecondo la mia curiosità e abbatto la repulsione iniziale per provare ad assaggiarli.
C’è sicuramente di peggio, ma preferisco i deliziosi Chicken Satay che acquisto una bancarella più avanti: spiedini di pollo ricoperti di crema di arachidi chiusi in comodi sacchetti di carta forno, ottimi da addentare lungo il cammino.
Poco dopo vengo attratta dalle musiche folcloristiche e un tizio che mi chiama per mostrarmi la sua merce: pregiati prodotti artigianali lavorati a mano. Decido di acquistare quelle deliziose ciotole in ceramica smaltata. Ci potrò servire lo zenzero candito e gli involtini di pesce, nel mio aperitivo esotico, non appena sarò rientrata in Italia, sorseggiando Tè verde.
Mi sposto poi in periferia: qui vi è il Taling Chan Floating Market. Espone, nelle adiacenze del fiume, prodotti tipici da acquistare, e, in acqua, barche che cucinano pesce e frutti di mare serviti ai tavoli dei ristoranti sul porticciolo.
A 60 km dal centro trovo poi il Damnoen Saduak. Questo tradizionale mercato ad oggi è diventato una delle attrazioni più amate dai turisti e io non mi sottraggo di certo: arrivata sulle rive del canale mi lascio trasportare tra le barchette colorate, perdendomi nei profumi invitanti delle spezie, nella grande varietà di frutta e verdura locale, prima di arrivare a Phra Pathom Chedi, la più alta pagoda della Thailandia.
LA VERDE CHIANG MAI
È appena giunta l’alba, qui a Chiang Mai, e francamente non vedevo l’ora di aprire gli occhi per assaporarla nel suo divenire.
Il mio cammino prosegue al Nord, zona delle foreste tropicali e delle montagne, di cui la città di Chiang Mai detiene il primato per la sua vocazione ecosostenibile.
In questo piccolo villaggio che mi ospita, immerso tra le fitte liane, la vita è semplice ed essenziale.
Dopo qualche cucchiaiata del dolcissimo Mango Sticky Rice, il prelibato riso glutinoso al latte di cocco coperto dai pezzi del burroso frutto aranciato, posso finalmente incamminarmi verso la scoperta delle piante selvatiche di Zenzero.
Passeggiare mette appetito: decido di avviarmi verso il centro della città.
Seconda per grandezza dopo la capitale, Chiang Mai è l’essenza della tradizione asiatica: mercati, templi, relax fatto di danze e massaggi thai e numerosi ristoranti, negozi di abbigliamento e bar, tutti biologici e con materie prime naturali di alta qualità, che sostengono il commercio equo e solidale.
È molto facile scegliere dove mangerò per pranzo: ho sentito parlare molto bene di Khao Soi Khun Yai e mi reco proprio lì. È un posto molto semplice con mobilia recuperata chissà dove, ma il suo punto di forza è proprio il cibo. I noodles con maiale sono eccezionali e la Khao Soi, la zappa con noodles fritti e manzo, è superlativa. Un posto economico e perfetto per gustare il vero cibo Thai.
Le giornate immerse nel verde scorrono a ritmo incalzante.
Qui intorno vi sono alcuni tra i parchi nazionali più suggestivi di tutta la Thailandia, di cui Doi Più Suthep è il più famoso.
Poco distante da Chang Mai vi è Pai, oasi verde immersa tra sorgenti termali, cascate e templi, in cui la tutela della natura, la protezione degli elefanti e la conservazione del patrimonio culturale sono un punto fermo irrinunciabile.
PHUKET, LA PERLA DELL’ANDAMANE
E baie di sabbia candida, e scogliere frastagliate, e risaie umide, ed intricate foreste con palme da cocco.
Mi immergo nelle sue acque cristalline esplorando quel mondo sommerso tanto agognato che, nel suo silenzio, mi culla di splendore.
All’interno dell’isola mi rendo conto di quanto la ricchezza che accomuna un pò tutti i piatti tipici gustati fino ad ora sia il riso. Qui ci sono immense distese coltivate a due specialità: il Chao Suai ed il Chao Niao.
Il primo viene servito con carne o pesce. Il secondo, conosciuto come Sticky Rice o riso colloso, è il riso glutinoso i cui chicchi, bianchi e sottili, tendono ad incollarsi gli uni agli altri durante la cottura; riconosco subito di averlo gustato a Chiang Mai in una di quelle che sono da annoverare tra le colazioni più buone della mia vita, scandita ora dal mango, ora dal latte di cocco.
Con la farina di riso si preparano anche tre tipi di pasta: i Thai Noodles, fatti solo di riso e acqua, i Bamì, tagliolini fatti con riso e uova, ed i Chiao, ravioli di riso e uova ripieni di maiale.
Frutta, spezie ed erbe sono sempre fresche e di alta qualità: da una parte papaia, mango, cocco, anguria, jackfruit, farang, banane, ananas, meloni ed il famoso durian, il frutto puzzolente molto amato dagli asiatici; dall’altra zenzero, curcuma, coriandolo, curry, zafferano, citronella, basilico, cannella.
Mi reco ad O-OH Farm Ta-Eiad, un ristorante alla fine di Soi Taied Street. La maggior parte dei prodotti che serve è cresciuta nei giardini di questo luogo, infatti il cibo è fresco e gustoso e all’interno vi è anche un negozietto con prodotti biologici di bellezza. Prima di tornare a casa decido di acquistare qualche regalino bio per parenti ed amici. Sono certa che gradiranno.
In aereo il pilota saluta invita a riporre i bagagli a mano negli appositi scomparti e l’hostess agita le braccia. Si riparte.
È un viaggio, il mio, partito da questa preziosa radice dorata attraverso i luoghi più nascosti della sua anima, in un tripudio di sapori, profumi, consistenze e colori esotici di rara suggestione.
La mia valigia è troppo piccola per contenere tutti i ricordi che mi porterò da questo cammino intenso.
Un ristoro dell’anima, uno schiaffo a tutto quello che ho creduto fino ad ora, un malinconico desiderio di ritornare ed una preziosa radice dorata che ogni volta che vorrò mi riporterà qui, come un amuleto.
RICETTA DEL BLAHNUNG
La cucina thailandese è fatta di forti componenti aromatiche e speziate.
Uno dei piatti più caratteristici è senz’altro il Blahnung, il pesce cotto al vapore con salsa chili che ho imparato a preparare a Phuket.
Ingredienti:
6 peperoncini piccanti chili rossi
1 cucchiaino di polvere di zenzero
4 spicchi d’aglio
2 cucchiai di succo di lime
2 cucchiai di salsa di soia
1/2 cucchiaino di sale
1/4 di cucchiaino di zucchero di canna
1 orata fresca e pulita da 500 g
1 rametto di lemongrass
1 mazzo di sedano thai
2 zucchine piccole
200 g di cavolo cappuccio
1 pomodoro
Preparazione:
Lavate e tagliate peperoncini e aglio. Pestateli nel mortaio.
Unite zenzero, succo di lime, salsa di soia, sale e zucchero.
Pulite il pesce. Impanatelo con la miscela di spezie.
Lavate lemongrass e sedano e tagliateli a pezzi.
Distribuitene metà in una pirofila. Adagiate l’orata; cospargete con l’altra metà.
Tagliate le zucchine a fettine lunghe ed il cavolo a strisce. Disponeteli intorno al pesce.
Fate cuocere al vapore il pesce in pirofila per 30 minuti con coperchio.
Mischiate pezzi di pomodoro con la salsa nel mortaio, insieme a 4 cucchiai di liquido di cottura del pesce.
Versate la salsa ottenuta sul pesce cotto; lasciate insaporire 1 minuto. Servite.
DOVE MANGIARE:
O-OH Farm Ta-Eiad, a Pucket
Atmosfera accogliente, personale cordiale e cibo delizioso. Gli ingredienti sono freschissimi e biologici, coltivati a km 0 e i prezzi sono ragionevoli. Piatti tipici davvero ben fatti accompagnati da grissini gustosissimi. All’interno vi è anche un negozio con prodotti biologici di bellezza.
DOVE DORMIRE:
Casa Nithra a Bangkok
Hotel meraviglioso. Staff giovanissimo, disponibile e con ottima conoscenza dell’inglese. Camere pulite e spaziose, piscina all’ultimo piano e bar grazioso per un breve ristoro. Ottime colazioni e cucina internazionale.
PER SAPERNE DI PIÙ:
CHIANG MAI NAN TOUR ECOSOSTENIBILE
è un tour di 3 giorni che propone paesaggi incontaminati, fuori dal turismo di massa, per vivere l’atmosfera unica dei paesaggi del nord. Il Siam Garden Bungalows, struttura di partenza per le escursioni, è immerso nella natura ed è un esempio di turismo ecosostenibile.
© Immagini: HappyViaggi, Thailandiaweb, InnViaggi, OriginalTour, ClubMed
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