Dimagrire mangiando? Molti pensano che sia facile: in fondo basterebbe monitorare le chilocalorie dei cibi assunti, calcolando il fabbisogno alimentare in base al peso e all’età e poi sottrarre le chilocalorie bruciate durante l’attività fisica. Ma la questione va ben oltre questo mito “matematico”: semplicemente perché c’è una variante algebrica che cambia tutte le carte in… tavola. Parliamo dell’indice glicemico (IG): un fattore che cambia in base agli alimenti, e che può determinare quanto grasso accumula il nostro corpo. Inoltre, il suddetto indice ci segnala anche quali sono gli alimenti migliori per la nostra salute.
Qual è il meccanismo che trasforma gli zuccheri in grassi?
Buoni o cattivi? Queste non sono etichette che si addicono agli zuccheri. È l’indice glicemico a determinare quanto velocemente smaltiamo gli zuccheri contenuti negli alimenti: quelli con IG alto, tendono a trasformarsi facilmente in grasso. Mentre quelli vicini allo zero, sono più facili da bruciare. Ma quale meccanismo è responsabile della trasformazione degli zuccheri in grasso? In pratica, quando lo zucchero tende a ristagnare, il corpo lo tramuta in adipe quando le cellule non sono capaci di assorbirlo. Viceversa, i cibi a basso IG riescono a sottrarsi a questo meccanismo.
IG: quali alimenti preferire e quali evitare?
Alcuni alimenti come il pane, il miele e le patate tendono a fluttuare nella fascia dei cibi ad alto indice glicemico: quindi sono più complicati da smaltire e si trasformano facilmente in grasso. Al contrario, alimenti come la pera, i fagioli, i cereali e le lenticchie hanno un IG molto basso. Poi troviamo altri alimenti considerati come “mediani”: come ad esempio la pasta (maccheroni e spaghetti), le arance e la carota.
Un esempio di dieta attenta all’Indice glicemico
Una dieta a basso IG potrebbe prevedere solo la frutta a colazione, magari con varianti come lo yogurt e le uova. A pranzo, invece, meglio optare per una insalata verde e per il pesce. A cena si può organizzare un menu a base di carpaccio di salmone. O in alternativa spinaci e funghi, ratatouille oppure l’insalata di riso basmati. Per gli amanti dei carboidrati, invece, il consiglio è di arricchire la dieta con una pasta alimentare a basso indice glicemico, come quella del marchio Giusto di Giuliani Pharma di Milano: la casa farmaceutica che ha prodotto diversi alimenti a basso contenuto di zuccheri.
Indice glicemico e cottura: quale relazione?
Può la cottura aumentare l’indice glicemico di un alimento? È così. Questo perché i cibi a base di amido, se sottoposti a cottura, cambiano la formazione molecolare dell’amido stesso. In pratica, cuocendo un alimento si cambia il rapporto fra amilopectina e
amilosio: la prima tende a crescere, aumentando di conseguenza l’indice glicemico dell’amido. Per questa ragione alimenti come la pasta tradizionale sono meno pesanti da smaltire se preparati con cottura al dente.
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